giovedì 24 febbraio 2011

LEUCA PIANGE

A LEUCA, Castrignano del Capo, si rafforza l'idea di un Porto Pubblico Espropriato sempre più privato, sempre più chiacchierato ove oggi, nel periodo pre-Elettorale, in totale assenza di informazione pubblica e come sempre, dietro gli apparenti , silenziosi e singoli accordi con le Categorie, esiste un piano sommario di nuove prospettive “disastrose”.
Il comparto della Pesca Leucana, e non solo, gioca le ultime carte, il primo destinato ad estinguersi, da troppo tempo sovvenzionato, assistito dallo Stato e dai Generali e concausa dell’overfishing del Mediterraneo, all’insaputa degli equipaggi, mai realmente informati dai "furbetti di paese o di cooperativa" e sfruttati in rapporto all’iper garantismo dei Comandanti di Paranza.
Questi ultimi, ora spavaldi, ora arroganti, ora procacciatori di voti per le proprie tasche, mettono in ballo “in maschera” l'idea di mega progetti, nuovi inutili spazi commerciali, forse con l’augurio che dalla lunga fila di coloro che attendono “il posto” si possa sistemare qualcun altro: gli stessi, nelle buie fauci degli orifizi anali del Porto di Leuca; ma se gli esordi visibili e annosi attingono proprio nella costante incapacità di GESTIRE qualcosa chi saranno i garanti? che destino avranno queste nuove aspettative ? E’ urgente un’attenta pubblica riflessione !

Completa assenza di pubblico dibattito, di pubblica informazione sulle elezioni, di pubblici comizi, di informazione sui candidati, tutto accade nel sottobosco del sistema dei gruppi di potere che muovono i voti. Adunati dal Sindaco e da altre forze nel silenzio delle piazze promettono ai soliti noti nuovi equilibri, elargendo rinnovate aspettative, definendo limiti o estensioni della cosa pubblica in cambio di attenzione di voti. E tutti come enormi pecoroni ci ricadono credendo che questo sia il destino e il futuro del paese per sempre.
Assenti le avanguardie delle opposizioni ancora addormentate dagli incarichi distribuiti e dalle facili carriere per pochi, mentre i Salentini non avezzi ai salotti della Politica dovranno alzarsi presto la mattina e andare a lavorare sempre e comunque in un comune che non comunica nemmeno le linee guida fondamentali , ne le politiche sposate per riproporsi ente sensibile allo sviluppo a 360 gradi per tutti.

Ancora una volta tutto ruota intorno al Porto di Leuca, mentre Leuca avrebbe bisogno di maggiori accessi al mare e di centralità della persona e non della barca.
Oggi questa frazione risulta disagiato e malmesso, inaccessibile da questo punto di vista. Noi auspichiamo una Leuca e un mare per tutti, questo è, a mio modesto parere, non è soltanto un vincente slogan politico , ma l'unica azione politica per cui il Comune dovrebbe impegnarsi, nel rispetto degli equilibri necessari, non è possibile accettare nuovamente il tappezzare ogni incrocio di chioschi di vario genere pericolosi e illegittimi per la viabilità nonostante le apparenti regolari concessioni.

Badate bene: questo non è sviluppo, queste sono modalità di arrangiarsi, rattopparsi e spuntarla per altri quattro anni, mentre il nostro turismo soffre e nonostante le molteplici possibilità di migliorarlo va alla deriva.
Ancora oggi non esistono dati, complicità il Comune che teme di scoprire le profonde e imbarazzanti ferite di tutti.

Ancora una volta molti luminari/illuminati preferiscono tacere e favorire in tal modo le rapine di possibilità per tutti compreso gli accessi  agevoli al mare. Manca la formazione e l’educazione  in generale degli operatori turistici ed alcuni corrono enormi rischi avendo tutte le responsabilità penali... mi riferisco ai conduttori di imbarcazioni per le escursioni alle grotte convinti di realizzare una attività perfettamente in regola, quando, ed è scandaloso, le stesse autorità competenti celebrano il reato poiché non favoriscono ne la prevenzione, ne la repressione...
Speriamo almeno che questi orribili e giganteschi cartelli con su scritto in caratteri enormi e sempre più enormi QUI ESCURSIONI ALLE GROTTE, che oltre a denunciare una dichiarazione evidente di sfida contro le ordinanze della capitaneria di Porto e il buon senso Elvetico, oramai smarrito anche quello, esprimono quella tipica, ma comprensibile immaturità infantile, nel mentre i piccoli maschietti si misurano le dimensioni dei propri attributi e conferiscono l’infondata importanza a chi c'e l'ha più grosso, credo che oggi il più grosso è della piccola nautica ahimè, ma senza presupposti visto le condizioni e gli ultimi esordi e contesto in cui opera.

Manca una presa di responsabilità degli stessi “facoltosi “ rappresentanti di categoria e Associazioni e ente Parco Costa Otranto – Leuca e Bosco di Tricase,  intorno ai quali gravitano interessi,  sovvenzioni, convegni, studi, celebrazioni, sterili dibattiti, compromessi indicibili, ma nessuno di questi esce allo scoperto, forse sono l’unico?
Di sicuro questi soggetti non possono pretendere quella credibilità che chiedono continuamente alla popolazione, anche in termini di quote partecipative, per giustificare le loro azioni  quali??.
Penso e alludo che se non si ha la sensibilità pubblica di impegnarsi per gli accessi al mare, la costa,  le grotte, le vergogne dell’arredo urbano e del Depuratore,  il territorio, come si può pretendere di indicare con tanto rumore, il degrado di una delle tante già estinte bagnarole Leucane? 

Invitando illustri architetti dell’INPS e ingegneri che "guardano l'altrove" dal loro rifugio nelle natiche del sindaco ad occuparsi delle suddette opere d’arte, mentre le condizioni generali e le emergenze sono ben altre e… vergognose… cito una delle tante : il dissesto idrogeologico del ponte di Leuca che collega via Enea con l’ex Edificio delle scuole elementari.  Questi imbroglioni delle coscienze e conoscenze umane dovrebbero fare un passo indietro.
 
Invece, attraverso legali temerari e marescialli di parte, sostanzialmente innoqui o resi tali, sono stato querelato per aver divulgato un volantino di protesta su una situazione non più sostenibile che va avanti da anni, non preoccupatevi per me il giudice ha rigettato e ridimensionato questo tentativo presuntuoso e arrogante di intimidazione gratuita che lascerà una traccia indelebile se presto non verrà ridimensionato anche socialmente per le sue frivole valenze.

Il mare è di tutti per esempio anche dei pescatori di canna che reclamano uno spazio agevole, libero per la pesca sportiva e dilettantistica in prossimità del porto senza dover rischiare la vita sui pericolosi scogli … di morti non vi sembra che ne stiamo collezionando troppi…?? e si fa finta di niente e si dimentica…
Il Mare non può diventare un orizzonte di possibilità solo per coloro che in esso  esercitano  con violenta arroganza, e  sono sempre i soliti che utilizzano mezzi, disposizioni  e voti per renderlo più fruibile da alcuni e sempre meno dalla singola persona, famiglia senza motoscafo o natante che sia. 
Il diporto senza limiti democratici o freni rimane un enorme flagello antisociale per questo piccolo fragile microcosmo accecato oramai dai veloci guadagni che non porteranno nulla di buono. 

Good Luck!
Walter Petese

lunedì 13 settembre 2010

TERZA LETTERA ALL' EX SINDACO DI CASTRIGNANO DEL CAPO FRANCESCO SICILIANO CHE EVIDENTEMENTE PREFERISCE ANCORA IL SILENZIO

 di WalterPetese
TERZA LETTERA ALL' EX SINDACO DI CASTRIGNANO DEL CAPO FRANCESCO SICILIANO CHE EVIDENTEMENTE PREFERISCE ANCORA IL SILENZIO

Questa è la terza lettera dove la invitiamo a illuminarci sulla questione Porto Turistico di Leuca, magari anche con una intervista, più di quanto stia facendo Salvatore Schina, di cui si può dubitare sulla credibilità politica, almeno sino a quando non faccia un mea culpa, io c'ero, ma non vedevo !?! Ma non si puo dubitare sul coraggio di essere uscito fuori dal coro pubblicamente ed è quello che ci aspetteremo e ancora di più , maggiormente da un personaggio del suo calibro e del suo carisma, almeno in ambito strettamente locale poichè è stato Sindaco per due legislazioni che decidevano , ahimè, ciò che ne sarebbe stato di questa marina di Leuca alla merce di uomini dei servizi segreti dal passato buio e profondamente insanguinato e imprenditori sospetti che hanno alterato disastrosamente l'assetto di questo delicatissimo paese comprando il silenzio e il consenso di coloro che oggi, guarda caso hanno un posto o sono in crescita in fantomatiche e illusorie carriere, almeno sino a quando ... il diavolo fa le pentole ma non i coperchi.
Speriamo al più presto che lei possa davvero liberare le nostre coscienze da un profondo senso di colpa nei confronti di questo paese , di questo porto che solo la stoltaggine di quei pochi può credere che sia loro e che solo loro possano decidere dinamiche e futuro credendo che il popolo sia profondamente ignorante e non abbia metri di paragone o confronto per sciegliere o meglio farsi una opinione.
Salvatore Schina ha fatto un importante passo e sopratutto pubblico, si è firmato come molti non fanno vigliaccamente,un importante passo certo non isolato, certo non l'unico, insieme ad altri, non certo secondi dopo i primi esposti depositati in procura anni orsono. Credo che debba essere ricordato come riferimento nel tentativo di dare la possibilità a qualcuno , più adulto e non stò dicendo meno coraggioso e giusto, che doveva essere un buon amministratore, un buon maestro, un ottimo padre di famiglia, per funzioni e ruolo istituzionale. Noi aspettiamo sempre che questo auspicio si materializzi compiutamente e il diritto alla legalità sia ristabilito dal lontano, ma vicino passato.

Walter Petese

REPLICA AL COMUNICATO STAMPA DELLA PORTO TURISTICO SPA

di Salvatore Schina
LEGALITA’: QUESTA SCONOSCIUTA
REPLICA  AL COMUNICATO STAMPA DELLA PORTO TURISTICO SPA

Mai avrei immaginato di leggere, in un solo documento, una SMISURATA QUANTITA’ DI IPOCRISIE raccontate, consapevolmente, da un professionista che ricopre la carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione della Porto Turistico di Leuca s.p.a.
Parlo di intenzionalità perché è irrealistico pensare che il Presidente della soc. Porto Turistico non conosca i fatti che racconta.
L’atteggiamento psicologico del dr. Deveglia è quello di ingenerare in chi legge la convinzione che trattasi di argomenti complessi, per la cui comprensione sia necessario essere degli esperti di diritto amministrativo e societario. A tale scopo stila un documento di diciotto pagine, pieno di riferimenti a note e documenti, (alcuni dei quali riprodotti parzialmente per travisarne il contenuto), perfetto per confondere le idee alla gente, scoraggiarla alla lettura e quindi allontanarla dalla verità.
E’ indicativo il riferimento alla nota n.2985 del 12/05/1999, (pag. 2) in cui, secondo l’autore del comunicato stampa, il Comune di Castrignano del Capo rendeva noto di aver avviato la procedura per la selezione del socio privato ai sensi del d.lgs. 18/08/2000 n.267. Una legge che ancora non esisteva.
Prima di entrare nel merito degli argomenti trattati dal dr. Deveglia, è opportuno fare una piccola premessa.
La “lettera alla cittadinanza”, fatta allegare dal sottoscritto agli atti del Consiglio Comunale del 6 Luglio u.s., ha contribuito ad evitare che venisse deliberato il riconoscimento della legittimità di un debito del Comune di 3,5 milioni di euro a favore della soc. Porto Turistico, come proposto dalla nostra Amministrazione Comunale.
Un simile deliberato, (qualora fosse stato approvato), sarebbe stato un pericoloso strumento, nelle mani della Porto Turistico, idoneo a procurare un danno, per la comunità, assai maggiore di quello attuale.
Inoltre, a seguito di tale “lettera” sono partite d’ufficio, da parte della Superiore Gerarchia del Corpo della Guardia di Finanza e da parte del Procuratore Generale della Corte d’Appello di Lecce, due distinte iniziative giudiziarie volte ad accertare la verità dei fatti esposti.
Vi è, pertanto, in quest’ ultimo scorcio di legislatura comunale, un’attenzione, mai riservata, all’azione amministrativa cittadina tale da indurre tutti i soggetti istituzionali coinvolti ad una più RESPONSABILE TRASPARENZA, ciò a tutto vantaggio della nostra comunità.
Solo questo, PER IL MOMENTO, mi sembra già un piccolo miracolo.
Tornando al “comunicato stampa” della Porto Turistico spa, che replica alla Mia dopo circa due mesi, registro le intimidazioni rivolte al sottoscritto e a quanti oseranno, in futuro, riferire su fatti o circostanze inerenti la società mista. Non ho interesse a replicare a tali minacce, del resto, le stesse qualificano chi ne fa uso per quello che è.
Ai fini di una maggiore trasparenza e comprensione dei fatti in discussione, allego copia di alcuni documenti anche per un’ opportuna verifica di talune affermazioni mie e del Presidente della Porto Turistico.
Alle pagine 1 e 2 il dr. Deveglia fa una ricostruzione cronologica di una serie di atti che portano alla costituzione della società mista. Omettendo di dire che tali atti si spiegano, (hanno un senso, cioè), in quanto collegati ad un altro atto, ben più importante, che funge da presupposto, la delibera di Cons. Comunale n.81 del 1997, con la quale l’Amministrazione Comunale sceglieva di costituire una società mista, a prevalente capitale privato, per il completamento e la gestione del Porto Turistico di Leuca. Prosegue, poi, nel patetico tentativo di trarre in inganno chi legge, inducendo a pensare che la soc. mista sia stata imposta dal Ministero della Navigazione , ponendo l’attenzione su singole frasi, decisamente, fuorvianti come: <<…il Comune avrebbe dovuto costituire una società per azioni, a prevalente capitale privato (almeno 51%) con la quale richiedere la concessione cinquantennale..>> e << il Ministero…ha ribadito che solo dopo la costituzione della società mista sarebbe stato possibile riavviare il procedimento>>.  Per concludere affermando che: << LA SCELTA DI UNA CONCESSIONE DI CINQUANT’ANNI E LA SCELTA DI UNA SOCIETA’ MISTA A PREVALENTE CAPITALE PRIVATO (ALMENO 51%) NON E’ STATA UNA SCELTA VOLUTA O CERCATA DA ALCUN MANIPOLO DI INDIVIDUI .... MA UNICAMENTE DAL MINISTERO DEI TRASPORTI E DELLA NAVIGAZIONE CON APPOSITA PRESCRIZIONE DI LEGGE!!!!!>>.
Niente di più falso, non vi era nessuna legge o Autorità che imponesse al Comune di Castrignano di costituire una società mista.
La misura 6.6 del POP Puglia 94 – 99, infatti, prevedeva come beneficiari gli Enti locali e le società a capitale misto pubblico-privato.
L’Amministrazione Comunale del tempo, quindi, poteva richiedere in proprio tali finanziamenti ma non lo faceva, scegliendo la strada della società mista.
In seguito, la ditta “Igeco”, che aveva da poco terminato di costruire il Porto di Leuca, diverrà il socio privato di tale società.
Oltre dieci anni fa, un consigliere comunale d’opposizione dichiarava testualmente: << La società mista è stata costituita in vista del completamento del Porto: questa soluzione del completamento del Porto Turistico che già era completo con il numero di posti barca che aveva in dotazione è nata fuori del Consiglio Comunale. Il Porto di Leuca, unico Porto pugliese finanziato con i Piani Integrati Mediterranei, è ora un Porto completo e completato. Le scelte di ampliamento sono state motivate da altri interessi non dagli interessi della comunità…. questo sarebbe uno scandalo e una rapina;  significherebbe regalare al privato decenni di impegno e di sacrifici di tutta una comunità...>>.
E’ vero, invece, che il Ministero della Navigazione e dei Trasporti, cui competeva il rilascio della concessione cinquantennale, invitato a partecipare alla Conferenza di Servizi, fissata dal Comune di Castrignano per il 31/05/99, (poi tenutasi il 28/05/99), rilevava elementi di improcedibilità della domanda, per il profilo, che il Comune, volendo dare vita ad una iniziativa a valenza privatistica, doveva costituire prima una  società mista, che (unico soggetto legittimato) avrebbe, poi, riformulato l’istanza di concessione, in regime di concorrenza, come prescrive la legge. Per ovvie ragioni di trasparenza ed imparzialità, e non, come vuol far credere il dr. Deveglia, per imporre l’obbligo al Comune di costituire una società mista. ( si veda allegato n.1).
Dopo la Conferenza di Servizi del 28/05/1999, il Ministero notificava il diniego del rilascio della concessione cinquantennale, (altro ”dettaglio” omesso), motivando tale diniego con l’irregolarità riguardante la carenza di legittimazione del Comune a richiedere la concessione e con l’incompletezza del progetto.
Contro tale diniego, il Comune e la neo costituita soc. Porto Turistico ricorrevano al T.A.R. di Lecce che con sentenza n.3189/2000, accoglieva il ricorso.
Pertanto, il Ministero della Navigazione, con nota del 12/07/2000, preso atto di tale sentenza, comunicava che l’istanza avanzata dal Comune poteva essere rimessa in istruttoria, non perché “volturata ex lege”, come scrive il dr. Deveglia, ma in virtù di una sentenza…. LA DIFFERENZA E’ SOSTANZIALE.
Rimane la violazione di legge della pubblicazione all’Albo del Comune e nel Foglio degli Annunzi Legali della Provincia, di una richiesta avanzata da un ente pubblico, CHE, OVVIAMENTE, AZZERANDO LA POSSIBILITA’ CHE VENISSERO PRESENTATE ALTRE DOMANDE CONCORRENTI, ASSICURAVA L’OTTENIMENTO DELLA CONCESSIONE AL RICHIEDENTE (CHE SI SAPEVA AVREBBE TRASFERITO ALLA SOC. MISTA), IN REGIME DI MONOPOLIO… IL CONTRARIO DI QUANTO LA LEGGE DISPONE. La legge prevede, infatti, che in caso di più domande concorrenti, l’ente concedente debba preferire l’istanza che più assicura l’interesse pubblico. (quindi quella del Comune).  Si fa rilevare, inoltre, che la concessione richiesta dal Comune aveva ad oggetto una superficie di mq. 79.509,00, la concessione, invece, rilasciata dalla Regione alla società Porto Turistico è pari a mq. 114.772,32. Ciò comporta che, (anche nella DENEGATA ipotesi di voler considerare regolare la voltura dell’istanza di concessione dal Comune alla soc. mista), considerandosi tale variazione ampliativa una NUOVA DOMANDA, si sarebbe, comunque, dovuto procedere alla RIPUBBLICAZIONE dell’istanza concessoria, dando così la possibilità a terzi di presentare altre domande alternative e concorrenti. COME LA LEGGE PRESCRIVE.
Tale contesto MANIFESTAMENTE ILLEGITTIMO rivela anche un altro aspetto, non di poco conto che, di seguito, si rappresenta.
Essendo il Comune obbligato, (ai sensi dell’art. 3 del DPR 509/97), a presentare, unitamente alla domanda di concessione, anche il progetto delle opere portuali che intendeva realizzare, l’Amministrazione Comunale del tempo decideva di utilizzare la 1° tranche del finanziamento accordato dalla Regione, per il pagamento delle spese relative all’elaborato, costato 448 milioni di lire.
Successivamente, per i motivi spiegati nella “lettera alla cittadinanza”, i lavori di completamento del Porto non venivano eseguiti ed il suddetto finanziamento veniva revocato. Oggi, il Comune si trova nella situazione di restituire le somme spese per il progetto, maggiorate degli interessi, alla Regione Puglia, perché la soc. Porto Turistico si rifiuta di pagarle.
A detta dell’ Illustrissimo dr. Deveglia, infatti, è l’Amministrazione Comunale a doversi fare carico di tali spese, adducendo come motivo i soliti atteggiamenti ostruzionistici della precedente Amministrazione Comunale, PER NULLA RILEVANTI, ai fini della questione di cui trattasi. (pag.8 terzultimo rigo).
MI SPIEGO MEGLIO: NONOSTANTE TALI SOMME SIANO STATE SPESE PER LA STESURA DELL’ELABORATO PROGETTUALE DELLE OPERE PORTUALI DA REALIZZARE, E,  SEBBENE TALE ELABORATO SERVISSE UNICAMENTE ALLA SOC. PORTO TURISTICO, QUESTA,  DOPO AVER OTTENUTO DAL COMUNE LA VOLTURA DELL’ISTANZA CONCESSORIA, (QUINDI, ANCHE DELL’ANNESSO PROGETTO), A DISTANZA DI OLTRE DIECI ANNI, SI RIFIUTA ANCORA DI PAGARE TALI SPESE!!??.....
L’OSCENITA’ DELL’INTERA OPERAZIONE la si evinceva, comunque, anche dalle riunioni tenutesi nella sala consiliare del Comune, periodo Dicembre 2006 - Gennaio 2007, in cui il nostro Sindaco, (che aveva l’interesse opposto), si mostrava, oltremodo, interessato a trovare un accordo tra società mista e piccoli concessionari, perché - sosteneva pubblicamente - vi era il PERICOLO (??!!), in caso di diniego del rilascio della cinquantennale, di una ripubblicazione di tale domanda concessoria col più che probabile interessamento di altre società concorrenti.
Poi sappiamo tutti comè andata, il dirigente del Settore Demanio e Patrimonio della Regione Puglia negava la cinquantennale alla Porto Turistico, adducendo una serie di motivazioni, fra cui, quella di ripubblicare << ora per allora >> la domanda concessoria della Porto Turistico spa, mai avvenuta. (si veda allegato n.1).
Società mista e Sindaco partivano alla carica, quest’ultimo, svuotando, di significato politico il ruolo FONDAMENTALE dell’intero Consiglio Comunale, con nota prot. n.12385 del 27/02/2007  e successive, inviava ARBITRARIAMENTE, al Settore Demanio della Regione Puglia, parere positivo ai fini del rilascio della cinquantennale a favore della soc. Porto Turistico, definendo la proposta di quest’ultima l’unica perseguibile!!??. A distanza di pochi mesi, dopo alcuni passaggi, (che, per brevità, ometto di dire), riuscivano nell’intento di ottenere la concessione demaniale cinquantennale, ribaltando anche il DETTAGLIATO PARERE NEGATIVO al rilascio di tale concessione, emesso, nel frattempo, dall’Ufficio Affari Legali della Regione Puglia con nota 20/7403/P del 03 Luglio 2007.
Alle pagine 3, 4 e 5 il Presidente della Porto Turistico si arrampica sugli specchi per  dimostrare la legittimità dell’aggiudicazione della gara alla ditta “Igeco”, nonché la legittimità della procedura di gara espletata dall’Amministrazione Comunale.
Afferma che i requisiti della ditta “Igeco” sarebbero stati dimostrati dai signori Massimo De Notti e Marzio Bonomo, senza però dire chi sono quest’ultimi, (se praticano la magia bianca o quella nera), ed in che modo avrebbero fatto acquisire tutti i requisiti di gara alla suddetta ditta.  Ancora, che “Igeco” avrebbe presentato un piano economico per l’intera durata della concessione, senza spiegare, come mai, nel 2007 doveva integrare tale piano, su precisa disposizione della Regione. (si veda allegato n.1). A sprezzo del ridicolo cerca, inoltre, di giustificare l’assenza della figura del Direttore del Porto, (che secondo l’offerta di “Igeco”doveva rappresentare una delle figure tecniche più qualificanti la gestione della struttura portuale), dichiarando che tale funzione è ricoperta da sé stesso…. AUTONOMINATOSI “AD INTERIM”.
Rimarca la pubblicazione del bando di gara, regolare, sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea, mai messa in dubbio dal sottoscritto, e nulla dice della pubblicazione, irregolare, sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.
Alle pagine 6 e 7 il dr. Deveglia evidenzia il fatto che prima del Dicembre 2008 la società mista gestiva su basi attive, non era perciò necessario il versamento degli ulteriori sette decimi di capitale sociale. E’ vero, ci rimetteva solo il Comune. Infatti, il Presidente OMETTE di dire che fino a tale data la società non aveva pagato un solo euro a titolo di ICI o TARSU e che, solo grazie a tale circostanza, la società non faceva ricorso all’indebitamento. Per dare un’idea delle proporzioni dei fatti, si fa notare che, ad oggi, la società mista avrebbe dovuto pagare a titolo di Ici e Tarsu una cifra vicina al milione di euro, e che, nello stesso periodo, l’utile prodotto dalla stessa società, al lordo di tali imposte e del “disinquinamento fiscale”, non raggiunge neanche i cinquecentomila euro.
VALE A DIRE CHE GLI UTILI D’ ESERCIZIO DEI PRIMI DIECI ANNI DELLA SOC. PORTO TURISTICO NON SONO SUFFICIENTI NEANCHE A COPRIRE IL PAGAMENTO DELLE SUDDETTE IMPOSTE COMUNALI. SOLO QUESTO FATTO OBBLIGHEREBBE LA REGIONE A REVOCARE LA CONCESSIONE ALLA SOC. PORTO TURISTICO, AI SENSI DELL’ART.5 del D.P.R. 533/96, PER RAGIONI DI INTERESSE PUBBLICO, PRIMA ANCORA CHE LO STABILISCA LA GIUSTIZIA, DOPO TEMPI LUNGHISSIMI. Non è un caso se, dopo l’ulteriore condanna della soc. Porto Turistico, da parte del Giudice di 2°grado, al pagamento in favore dell’Amministrazione Comunale, di circa trecentomila euro (per la sola tarsu), quest’ultima concedeva il dilazionamento del debito alla società mista, (usurpando ancora una volta una prerogativa dell’Assemblea Consiliare), per “SPALMARE” tale passivo in più anni, al fine di  contribuire a MASCHERARE LA GRAVE SITUAZIONE DI DISECONOMICITA’ DELLA GESTIONE. Impresa ARDUA, atteso che per sanare la disastrosa situazione della società, sarebbe necessario un credito per quest’ultima di almeno 3-4 milioni di Euro.  NON SO SE TALE IMPORTO FA VENIRE IN MENTE QUALCOSA A QUALCUNO.
 Né è casuale l’operazione di “disinquinamento fiscale”, retroattiva, operata dalla soc. Porto Turistico nel 2004, con la quale sono stati aggiunti agli utili degli esercizi successivi Euro 118.571, derivanti da ammortamenti “in eccesso” degli esercizi precedenti. Tale operazione avveniva subito dopo che il Comune nella riunione del C.d.A., del 31/07/2003, aveva LEGITTIMAMENTE preteso il DOVEROSO SCIOGLIMENTO DELLA SOCIETA’, al verificarsi delle condizioni di cui all’art.7 della Convenzione allegata al bando, e cioè:
1) mancato raggiungimento dello scopo sociale entro tre anni dalla data di costituzione della società, ovvero
2) una grave ed insanabile diseconomicità nella gestione, ovvero
3) bilanci reiteramente negativi.
Attualmente, è pendente un contenzioso civile tra Comune di Castrignano e soc. “Igeco”  per aver quest’ultima, socio di maggioranza, votato (nel C.d.A. del 31/07/2003) contro la proposta di delibera: <<Scioglimento della Società ex art.7 della Convenzione che regola i rapporti tra il Comune e il socio privato...>>.  Nella detta Assemblea, la Igeco motivò il suo voto contrario adducendo di non aver mai sottoscritto la Convenzione e che pertanto, quest’ultima non lo vincolava. Per fortuna del Comune, però, la Convenzione era allegata al bando, era richiamata dallo Statuto, e soprattutto, esiste “ex lege” a prescindere dal fatto che il socio privato l’abbia sottoscritta o meno. Il prossimo 8 Febbraio, dopo vari rinvii, (di cui ho detto nella “lettera alla cittadinanza”), il Tribunale Civile di Lecce deciderà sulla vincolatività o meno della suddetta Convenzione.
 Stabilirà cioè, se il socio privato è tenuto o meno ad uniformarsi alle disposizioni della Convenzione. Se così dovesse essere, E’ PACIFICO CHE LA SOCIETA’ DOVEVA ESSERE SCIOLTA già dal 31/07/2003, essendosi verificate tutte e tre le condizioni suddette. La “Igeco” si difende affermando che il verificarsi della situazione deficitaria della società mista sia dipesa dall’atteggiamento ostruzionistico della passata Amministrazione Comunale. Anche a voler seguire tale ragionamento, è evidente che tanto avrebbe potuto incidere al verificarsi della prima condizione di scioglimento, non certo delle altre due. Per le quali il Comune, col suo 49%, anche volendo, non poteva minimamente influire.
Tornando al disinquinamento fiscale, faccio rilevare che esso consiste nella riduzione dell’aliquota di ammortamento delle “attrezzature e beni galleggianti della società”. Ciò produce un duplice vantaggio per il socio privato: profitti più alti ed un situazione contabile della società “apparentemente” più solida.
  A  riguardo il Collegio Sindacale rilevava nella sua relazione al bilancio 2004 che <<non ritiene sussistere i presupposti oggettivi per l’effettuazione dell’operazione di disinquinamento>> e che <<la scelta di modificare le aliquote di ammortamento di un bene strumentale ha effetto a partire dall’esercizio in cui la modifica è operata, non essendo possibile rettificare gli ammortamenti effettuati in passato>>.
 Oltre alla indubbia diseconomicità della gestione, quindi, siamo di fronte alla TOTALE VIOLAZIONE DI OGNI NORMA DI SANA E CORRETTA GESTIONE AZIENDALE, come gli stessi Sindaci rilevavano, pur nella prudenza del loro linguaggio.
 Alle pagine 8, 9 e 10 il dr. Deveglia, tiene a precisare che il contributo di quasi quattro miliardi di lire deliberato dalla Regione Puglia a favore del Comune di Castrignano, (per il completamento del Porto), è stato CONCESSO ma non è mai stato EROGATO se non per la parte necessaria al pagamento della progettazione delle opere portuali, (di cui si è detto in precedenza). Su tale sottigliezza fonderebbe la propria giustificazione in merito all’inadempienza del mancato aumento del capitale sociale sino all’importo di almeno nove miliardi, da parte della società mista, al fine di realizzare il completamento del Porto, come prescriveva il bando di gara.  Ovvero, la “difesa” sarebbe: poiché il bando prescriveva che l’aumento del capitale sociale (al fine di iniziare i lavori di completamento del Porto) sarebbe dovuto avvenire <<non appena sarà erogato il finanziamento…>> e dato che tale finanziamento è stato solo CONCESSO e non EROGATO, non vi sarebbe stata nessuna violazione. Faccio solo notare al dr. Deveglia che: non sempre, ma a volte, succede che gli enti pubblici EROGHINO i contributi CONCESSI solo dopo l’avvenuta esecuzione delle opere.
In seguito afferma che <<tali lavori non sono mai stati iniziati perché la concessione demaniale cinquantennale…è stata ottenuta solo nel 2008>> ed ancora <<come sarebbe legalmente possibile dare esecuzione ai lavori in progetto in un’area in cui non si ha la proprietà o la concessione?>>
Mi permetto di far osservare al Presidente, che, se è vero che la proprietà del demanio è “ancora” nelle mani pubbliche, la società Porto Turistico ha comunque sempre avuto le concessioni demaniali, se pur temporanee, delle diverse aree portuali. Altrimenti, come spiegherebbe la gestione del Porto Turistico fino al Maggio 2008? Con un abuso? (verosimile, atteso che non è mai avvenuto alcun passaggio di consegne formale tra Comune e soc. Porto Turistico). O forse il dr. Deveglia sosterrà che le concessioni demaniali temporanee erano idonee per la gestione del Porto ed inadeguate per il completamento dello stesso?
 A pagina 11 il Presidente asserisce che la nota di rettifica della perizia di stima, a firma dell’Ing. Cesari, << è stata richiesta ed ottenuta dalla parte pubblica >>. L’ennesima “libertà”. Si veda verbale del C.d.A. della società mista dell’08/08/2000.
Alle pagine 12, 13 e 14 il dr. Deveglia rimarca più volte <<I DEBITI DI CUI SI SONO FATTI CARICO INGIUSTAMENTE I CITTADINI>>. Ricordo all’INEFFABILE Presidente che, allo stato, non esiste nessun debito in testa a quest’ultimi, né, ve ne saranno, se la Giustizia seguirà regolarmente il suo corso.  Si risparmi perciò questo terrorismo psicologico nei confronti degli ignari cittadini e pensi piuttosto ai debiti reali della società mista o, se preferisce, a quelli potenziali del socio privato di tale società nei confronti della comunità castrignanese…. per cui è pendente causa presso il Tribunale Civile di Lecce. (UNA CAUSA DI CUI NON SI PARLA MAI NONOSTANTE SIA DI FONDAMENTALE IMPORTANZA PER L’ECONOMIA E QUINDI LA LIBERTA’ DI QUESTA COMUNITA’). Il riferimento al concetto di libertà non è pleonastico ma vuole ricordare che la libertà di ogni individuo inizia con la propria indipendenza economica.  Il Presidente asserisce, inoltre, che <<il consigliere Schina continua a sostenere il falso laddove accusa la società mista di non aver voluto riconoscere al Comune 80 milioni di lire di spese sociali anticipate>> e supporta tale tesi facendo leva sulla sentenza che avrebbe dato ragione alla società mista. Non dice però che la stessa sentenza, da lui citata, ha ritenuto LEGITTIMA la pretesa del Comune, se pur nella misura di 55 milioni e duecentomila lire. Tale domanda non è stata accolta dal Giudice solo per una negligenza del Comune che ha impugnato la delibera del C.d.A. della Porto Turistico, (che negava il riconoscimento di tale debito), pochi giorni dopo i termini di legge, (tre mesi).  Tanto è vero che nella sentenza si legge testualmente <<L’ingiustificato rifiuto della S.p.A. di farsi carico delle spese sostenute dal socio promotore per la ricerca del socio privato… può giustificare la compensazione per 1/3 delle spese del presente Giudizio>>. Ovvero, la pretesa del Comune è stata riconosciuta talmente degna di considerazione, da indurre il Giudice, che pure aveva condannato il Comune, a compensare parte delle spese del Giudizio.
Nelle ultime pagine sono contenute alcune elucubrazioni senza senso del dr. Deveglia su aspetti, quasi del tutto, riguardanti il Giudizio d’Appello della succitata sentenza. Riguardo a tali argomenti mi sono già espresso, perciò non voglio ripetermi.  In riferimento, invece, al diniego della concessione del 27/02/2007, da parte della Regione, si rende necessaria una precisazione.
Il dr. Deveglia, (pag.16), afferma che a seguito delle obiezioni e della <<documentazione pregressa>> inviati alla Regione, da parte della soc. Porto Turistico, (con nota del 14/04/2007), l’Ufficio Affari Legali dell’Ente, su richiesta del Responsabile del Procedimento, con nota prot. n.20/7827 del 10/07/2007,  emetteva parere positivo.
 Non è proprio così, è vero, invece, che a seguito della suddetta richiesta di parere, l’Ufficio Affari Legali della Regione esprimeva PARERE NEGATIVO al rilascio della concessione, con nota prot. 20/7403/P del 03/07/2007, in cui rappresentava la necessità di indire nuovamente la conferenza di servizi; di ripubblicare la domanda concessoria, di valutare la comparazione dei vari interessi presenti ecc.. Solo una settimana dopo, a seguito di “FATTI NUOVI”, (che riferirò in altro momento), l’Ufficio Affari Legali, emetteva parere positivo.
  A tal riguardo, è significativo che il dr. Deveglia non faccia cenno dei documenti “pregressi” portati a conoscenza della Regione, dopo il diniego della concessione del Febbraio 2007, o di quelli fatti acquisire dopo il pronunciamento del parere negativo dell’Ufficio Legale della Regione, <<non noti al momento della predisposizione del richiamato parere>>.
 In verità di fatti, atti e circostanze poco note nell’ “OPERAZIONE PORTO” ce ne sono tantissime. Alcune, invece, sono conosciute ma sottaciute.

E’ quantomeno strano che, il 10/07/2007, l’Ufficio Affari Legali della Regione emetteva il proprio parere positivo, (SU CUI POGGIA, ATTUALMENTE, LA CONCESSIONE), omettendo di affrontare la questione della completezza e legittimità del progetto. Dopo che:
_ nel 1999 il Ministero notificava il diniego della concessione (anche) per l’incompletezza del progetto;
_ nel Febbraio 2007, la Regione, (a cui nel frattempo era stata trasferita la competenza al rilascio delle concessioni demaniali) notificava il diniego della concessione (anche) per l’incompletezza del progetto;
_ Il 03/07/2007, lo stesso Ufficio Affari Legali della Regione emetteva il proprio parere negativo per una serie di motivi tra cui (anche) quello dell’incompletezza del progetto.  Per brevità, cito solo uno dei tanti motivi per cui è illegittima l’approvazione del progetto del Porto: la mancata pronuncia di compatibilità ambientale da parte dell’organo competente, ai sensi del DPR 12/04/96 (ora ex D.Lgs 152/06) e della l.r. n.11/01.
Prima di concludere, voglio rimarcare un fatto che è rappresentativo della concezione di legalità e trasparenza della soc. Porto Turistico, cui fa cenno il dr. Deveglia nella premessa, <<..l’assoluta trasparenza che ha da sempre contraddistinto l’amministrazione di tale società..>>  
  ll 27 Giugno 2008 il sottoscritto inoltrava richiesta al Sindaco e per conoscenza al Direttore Generale del Comune al fine di acquisire alcune delibere del C.d.A. della soc. Porto Turistico. Dopo alcuni giorni il direttore, dr. Nunzio Fornaro, mi comunicava che tale richiesta doveva essere inoltrata direttamente alla soc. Porto Turistico.  Con successiva nota, sempre indirizzata ai suddetti uffici, rappresentavo il mio rifiuto di interloquire con la società mista e spiegavo che la mia richiesta, giustificata dal ruolo di amministratore che rivestivo, era indirizzata al Sindaco di Castrignano nonché consigliere di Amministrazione della soc. Porto Turistico e che, pertanto, quest’ultimo non poteva esimersi dall’obbligo di fornirsi, prima lui, dei documenti richiesti e successivamente “girarli” al sottoscritto.
Il 02 Ottobre 2008 l’Amministrazione Comunale mi notificava, la nota prot. n.9596 dell’01/10/08, a firma del Presidente della Porto Turistico, in cui si ribadiva l’impossibilità di evadere la richiesta non del consigliere Salvatore Schina, ma addirittura del Comune di Castrignano del Capo, anche nella qualità di socio a partecipazione minoritaria della SpA Porto Turistico.  (si veda allegato n.4).
Notare la leggerezza e la levità del 49% pubblico!!!!
Questa realtà toglie ai cittadini di Castrignano il bene più grande che essi hanno: LA SPERANZA. Il fatto che rende ancora più tristi è che ciò accada in una Regione in cui qualcuno afferma <<la mafia continua a galleggiare nella società civile e nella pubblica amministrazione. La mafia non è mai stata solo una banda armata, è un sistema di potere e un modello di sviluppo, quasi una forma di governo. Per poterla battere bisogna bonificare socialmente i territori che ne sono afflitti>>. (Vendola, 21/03/09).  
P.S. Faccio rilevare, inoltre, i “programmi” della soc. Amministrazione Comunale -  ditta Igeco.  Cito solo: lo sciagurato progetto, già finanziato dalla Regione al Comune di Castrignano per “la messa in sicurezza dei canaloni di Leuca”, un progetto che prevede  la realizzazione di barriere di cemento lungo tutti i percorsi del “Canale delle Menghe” e del “Canale del “Pardo”, per culminare in prossimità degli sbocchi a mare con delle ulteriori grandi colate di cemento. Ovviamente la messa in sicurezza dei “Canali”, (già questo è un paradosso) è solo il PRETESTO per ottenere il finanziamento, il vero OBIETTIVO è quello di salvaguardare qualche decina di ormeggi assicurati da due nuovi tratti di banchina, ivi posizionati dalla soc. mista, peraltro, in una zona “vincolata” dove, quindi, non dovrebbero neanche insistere. Ciò è tanto più grave se si considera che a Leuca, esiste, in verità, un solo canale da mettere in sicurezza che è quello di S.Vincenzo, seriamente minacciato dai reflui del depuratore consortile che sversano su di esso.  Per la cronaca, nei canali del Pardo e delle Menghe, il sottoscritto aveva, INGENUAMENTE, proposto un intervento finalizzato alla realizzazione di percorsi ecologici attrezzati, consistenti nella riqualificazione di antichi sentieri con spazi per la sosta. Una strada già intrapresa dalla precedente Amministrazione Comunale, se pur con un piccolo (grande) intervento presso il “Canale delle Menghe”, (per il quale sono stati spesi solo quindicimila Euro) e che, attualmente, è, intenzionalmente, abbandonato al degrado assoluto. Chiedo mille volte scusa.

Il consigliere comunale
Salvatore Schina